Un satanista sul trono di Bisanzio

Oggi parliamo di nuovo di videogiochi; in particolare di uno tanto bello da avermi creato in passato dipendenza e dal quale mi sono dovuto staccare con la forza. Lo faccio a mio rischio e pericolo, consapevole di stare scherzando col fuoco. Sono sicuro che non ricadrò nel tunnel della droga, nossignore, di certo non in prossimità delle vacanze natalizie, con tutto il tempo libero a disposizione. Assolutissimamente no.

Signori e signore, si alzi il sipario su Crusader Kings 2.

Crusader Kings è una serie di Paradox software. Il primo capitolo, a cui anche ho giocato, è interessante, ma ancora un po’ grezzo. Dal terzo, relativamente recente, mi sono tenuto bene alla larga dopo la scioccante esperienza col secondo.

Crusader Kings 2 è un gioco strategico sandbox che definirei più precisamente “simulatore dinastico”: all’inizio di ogni partita si prende il controllo di un conte, duca, re o imperatore dell’Europa medievale e lo scopo è evitare l’estinzione della propria linea di sangue. Per farlo è necessario sposarsi, avere figli, fare in modo che non muoiano e che possano ereditare. Il nostro avatar invecchierà e morirà, in un modo o nell’altro, e quando ciò accadrà assumeremo il controllo del nostro erede principale. Morte senza eredi = game over. Morte con molteplici eredi = rischio di smembramento dei propri domini.
Un attimo, ho detto Europa medievale? Nel gioco base forse: una pletora di espansioni uscite nel corso di un decennio ha infatti aumentato le opzioni a governanti islamici, indiani, sub-sahariani, pagani nordici, repubbliche marinare. Altre DLC hanno aggiunto ulteriori funzioni e variabili, gli ordini religiosi guerrieri, peste e malattie, le invasioni Mongole, le richieste tributarie dall’Impero Cinese, anni alternativi da cui far iniziare la partita e altro ancora. La più bizzarra prevede uno scenario in cui gli Aztechi invadono l’Europa, inaugurando sacrifici umani a destra e a manca!

In quanto sandbox non c’è un vero e proprio modo di vincere una partita, il gioco va avanti finché dura la linea dinastica. Tuttavia il maggiore divertimento sta nel creare scompiglio nel mondo, conquistare territori, cambiare la storia. Un giocatore un attimo scafato può iniziare la sua partita controllando un conte di poco conto (magistrale gioco di parole) nell’Italia meridionale, per arrivare nel giro di qualche generazione a porsi sul trono imperiale di Costantinopoli.

In un sandbox così vasto, ricco e profondo, capite bene come ogni partita possa avere un sapore completamente diverso dalle precedenti, e far nascere ricordi memorabili. Per fare qualche esempio:

1 – Quella volta che, partendo dalla contea di Ancona, riuscii a debellare lo Stato della Chiesa. Per tutta riposta il papa fuggì oltre Manica e si stabilì lì. L’Inghilterra è destinata a diventare uno Stato teocratico.

Notare il soprannome di Papa Eugenio III, “Il Mostro”.

2 – Quella volta che, partito dalla contea di Brindisi, riuscii a diventare re del Regno di Sicilia. Il mio sovrano più famoso divenne capo di una setta satanica, e in seguito fu anche eletto imperatore di Bisanzio. Un satanista a capo dell’Impero! L’Anticristo! El (Tonari no) Diablo! La fine del Mondo! O tempora, O mores!

In alto a sinistra il ritratto del mio personaggio. Notare la mise molto sobria.

Se non sbaglio dalla stessa linea dinastica nacque una donna (anche lei mio avatar) la quale, regina del Regno di Sicilia, tramite fortuna e un paio di assassinii ben calibrati, assunse la corona di Gerusalemme. Purtroppo lei non era satanista. In questa partita le crociate dichiarate dal papa erano state talmente efficaci che l’Islam era scomparso dalla faccia della Terra nel quattordicesimo secolo.

3 – Quella volta che, grazie a un mod (sì, esistono pure quelli, a profusione), presi il controllo di Romolo Augusto detto Augustolo nel 476 DC e salvai l’Impero Romano di Occidente dagli Ostrogoti, per la gloria delle legioni di Roma! Devo dire di essermi un po’ commosso nell’occasione.

Come si vede dal ritratto a destra, in questa linea temporale Odoacre ci ha lasciato anzitempo

Altre partite interessanti hanno riguardato la Lapponia e la Spagna visigotica (sempre grazie al mod di cui sopra).
Menzione d’onore infine al mitico episodio di Phyllis: questa donna divenne sposa di un mio duca dalle parti della Cilicia e fu soprannominata “l’Infedele” per le sue continue scappatelle. Ripudiata, finì sposa a un doge Veneziano, per poi morire di malattia (venerea, suppongo). Il suo ex marito Duca Conte di Cilicia Piercarlo Ingegner Semenzara, si diede alle arti occulte: lo trovarono mentre ululava nudo alla Luna.

Colpa di alcune letture diseducative

Si potrebbero dedicare capitoli interi ad alcune bizzarrie del gioco: i matrimoni tra consanguinei, diventati quasi un meme nella comunità di giocatori; le cure assurde a cui veniamo sottoposti quando preda di malattie, inclusa la castrazione; la possibilità per i lunatici di appuntare un cavallo come cancelliere (il famoso Glitterhoof, un mito tra gli appassionati). È divertente persino solo starsene con le mani in mano, ad assistere mentre il computer crea scenari fuori di testa per conto suo.

Ho dedicato più di cento ore a questo titolo: leggendo le recensioni su Steam, per molti sono nulla, ma a me viene il magone quando penso a tutto il tempo rubato a cose utili.
Nonostante ciò non ho mai giocato con un sovrano islamico o indiano per esempio, e nemmeno con una repubblica marinara. Una partita, se si comincia come amo fare dal basso (conte) impiega diverse ore a decollare: all’inizio non si può fare granché, bisogna aspettare di accumulare risorse o imbroccare un buon matrimonio, e questa è una fortuna perché almeno c’è tempo per smettere. Superato un certo punto però il ritmo si alza ed è finita. Assorbiti dalle vicende, le mezz’ore diventano ore, una, due, tre, quattro. Quando si comincia a perdere anche il sonno, è ora di porre un freno.

Allora bisogna attendere il momento giusto: una cocente sconfitta in guerra, qualcosa andato storto, la morte improvvisa del nostro erede preferito. A quel punto forse si può trovare la forza necessaria per uscire, disinstallare tutto, e per sicurezza nuclearizzare anche i file di salvataggio ed epurare il titolo dalla libreria di Steam. Solo in questa maniera è possibile togliersi questo malnato gioco dalla mente.
Di tanto in tanto il suo pensiero tornerà a titillarvi: uhm che succederebbe se provassi uno dei Giudicati e unificassi la Sardegna? E se riformassi la religione Norrena prima dell’arrivo del Cristianesimo e inaugurassi una bella guerra santa in nome di Odino? Anche prendere le parti di re Desiderio, respingere Carlo Magno, e in seguito cercare di riunificare l’Italia sarebbe interessante.

Resistete, uscite di casa, andate a fare una passeggiata e lasciate perdere. Il vostro equilibrio mentale è più importante.