Queste foto sono state scattate ieri nella zona dove lavoro, otto e mezzo di sera. Non vogliono dimostrare nulla se non rassicurare nuovamente parenti e amici che qui, a 800km da Fukushima, tutto è a posto, la corrente c’è, il cibo pure e come all’isola di Giava si mangia, si beve e si fa la rima.
Qui il fallout di cui ho intenzione di occuparmi nei prossimi giorni.




7 risposte a “Come all’isola di Giava”
Non resisto, trollo ancora :))
Ora pero’ faccio lo spiritoso e ti fo le didascalie alle foto in stile catastrofista.
foto 1: Esodo a takasago: la popolazione spaventata abbandona la citta’ per mettersi in salvo dalla minaccia nucleare.
foto 2: I pochi rimasti a takasago si riforniscono di cibo al supermercato.
foto 3: La citta’ si svuota e la merce rimane invenduta.
foto 4: Supermercati pieni e citta’ vuota.
Già che ci siamo: “Foto del supermercato in procinto di venire assediato dagli zombie creati dalle radiazioni nucleari che hanno raggiunto Takasago.”
Che neanche Cesar Romero…
Io sono Leggenda.
Zombie maledetti! Comunque preparati, che il Ministero della Difesa ti sta mandando un elicottero che ti preleverà sul tetto del supermarket.
quello nella seconda foto è il tuo mezzo?
Sì, il mio destriero. :))
mi ricordavo che una volta ne avevi messo una foto sul blog.
non mi stancherò mai di dire che ho una memoria di ferro.